Siccità: verso lo stato di emergenza. Emesse ordinanze a livello locale

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L’Italia boccheggia e va verso lo stato di emergenza idrica nazionale. Ci sono regioni, come la Lombardia, che hanno giocato d’anticipo, dichiarandolo per bocca del presidente Attilio Fontana (resterà in vigore fino al 30 settembre).

I fiumi sono in secca, i campi a corto d’acqua e i raccolti sono a rischio: la priorità va tutto verso questo comparto con inevitabili raccomandazioni a limitare il più possibile l’impiego dell’acqua potabile per attività per le quali non ne sia necessario l’uso.

E così, mentre a Roma si stanno definendomodi e tempi per pronunciarsi a livello nazionale e il capo della Protezione civile Fabrizio Curcio annuncia che “non si può escludere il razionamento diurno dell'acqua - il Po ha una portata fino all'80% in meno – proliferano appunto iniziative ed ordinanze a livello locale.

A partire da Milano, appunto, dove i tecnici comunali hanno cominciato a chiudere le principali fontane ed è stop al lavaggio delle automobili, tranne negli impianti di autolavaggio, e all'annaffiatura di giardini e prati, con l'esclusione dell'irrigazione destinata a nuovi impianti di alberi, arbusti e opere pubbliche. Analoghi provvedimenti sono stati adottati anche dalla Regione Liguria.

Nel vicino Piemonte, dove sono centinaia i Comuni che stanno emettendo in modo autonomo ordinanze per l’uso responsabile di un bene ora più prezioso che mai, ad oggi nessun cittadino è coi rubinetti a secco – non c’è quindi crisi per quanto riguarda gli utilizzi civili –: la grande preoccupazione è tutta rivolta all’irrigazione dei campi.

In queste ore si sta studiando un piano di piccoli invasi per rendere più efficienti i sistemi irrigui. I concessionari dei bacini idroelettrici montani hanno dato la disponibilità a rilasciare per l’agricoltura 2,5 milioni di metri cubi d’acqua al giorno: un ragionamento che va ovviamente strutturato in termini nazionali. Intanto, i comuni gestiti da Smat Torino sono ad un livello di stress idrico verde, ossia di “attenzione ordinaria”: per questo motivo – a oggi – non si ritiene opportuno limitare l'erogazione delle fontanelle pubbliche che garantiscono un importante servizio sociale/sanitario, mantengono un continuo flusso nelle reti idriche ed evitano fenomeni di vandalismo qualora venissero chiusi, tenendo conto che l'acqua non utilizzata ritorna in natura.

Il livello verde, precisa una nota di Smat, si basa su alcuni parametri, ovvero “il 75% delle acque captate ha origine da falda profonda che attualmente non risente di variazioni significative ed è monitorata quotidianamente, il 20% viene prodotta dal potabilizzatore del fiume Po e nonostante il fiume presenti un livello minimo storico non si registrano criticità o diminuzioni di portata”.

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