Ucraina: la Regione Liguria attiva conto corrente per donazione ai profughi

Ucraina: la Regione Liguria attiva conto corrente per donazione ai profughi
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GENOVA - La Regione Liguria ha già predisposto l’attivazione di un conto corrente di solidarietà su cui far confluire offerte e donazioni per l’assistenza ai profughi civili dell’Ucraina. Ad annunciarlo è il presidente di Regione Liguria e assessore alla Sanità Giovanni Toti.

"A breve sarà pubblicato il contro corrente, mentre abbiamo già individuato 114 alloggi che metteremo a disposizione della Prefettura per le persone che non potranno contare sul ricongiungimento familiare e stiamo prendendo in considerazione anche l’idea di utilizzare l’ex albergo Covid genovese per far alloggiare in via temporanea i profughi”.

“Alisa - ha spiegato il presidente Toti - ha già fatto da collettore per la lista dei medicinali disponibili e siamo in attesa di conoscere la destinazione finale. Nelle prossime 24 ore capiremo i bisogni complessivi del sistema ma la catena di aiuti e solidarietà è già partita grazie alla collaborazione con Protezione Civile, Comune, Asl, Gaslini e la comunità ucraina”.

“Abbiamo trenta volontari della protezione civile attivati durante la giornata, ma siamo pronti ad aumentarne il numero se si presentasse la necessità - spiega il sindaco di Genova Marco Bucci -. Ricordiamo ai genovesi che volessero donare direttamente che il punto di raccolta è stato spostato nella Palazzina ex Q8 alla Foce, prima dell’ingresso della strada Sopraelevata. Questo cambio di posizionamento è stato deciso per facilitare le attività di stoccaggio del materiale. I generi di prima necessità raccolti saranno poi mandati in un magazzino messo a disposizione dal Mercato Ortofrutticolo di Bolzaneto. Per rendere più puntuale il lavoro di recupero del materiale donato verrà attivato anche un servizio di ritiro a domicilio per associazioni, scuole e parrocchie raggiungibile attraverso il numero verde 800 177 797. I mezzi del Comune di Genova sono pronti a muoversi per raccogliere grandi quantità di materiale difficile da trasportare presso il punto di raccolta”.

“Stiamo lavorando, insieme alle altre regioni, ad un perimetro di competenze nell’ambito dell’ordinanza di Protezione civile che è ancora in via di definizione da parte del capo Dipartimento - ha spiegato l’assessore alla Protezione Civile Giacomo Giampedrone -. Questo al fine di definire la capacità di azione suddivisa tra Prefetture e i Dipartimenti regionali di Protezione Civile, attraverso commissari individuabili nella figura di presidenti di Regione. Tutto questo diventerà operativo dopo che l’ordinanza sarà firmata e approvata. Intanto ieri abbiamo consegnato la lista del materiale già disponibile sulla base delle richieste pervenute dallo stesso Dipartimento nazionale di Protezione Civile, con il coinvolgimento di Alisa e di tutte le Asl”

“Insieme alla Protezione civile regionale – ha spiegato il direttore generale di Alisa Filippo Ansaldi -, ci siamo messi in moto coinvolgendo le aziende sanitarie e ospedaliere per dare un supporto concreto: medicinali, apparecchiature e ambulanze sono di fondamentale importanza ed è un dovere per Alisa e per le aziende del SSR fare tutto il possibile per dare un aiuto reale in questo momento così drammatico per la popolazione ucraina”.

Regione Liguria si è attivata per l’emergenza in Ucraina anche sul fronte dell’edilizia residenziale pubblica. L’assessore regionale all’Edilizia Marco Scajola ha avviato un monitoraggio insieme alle ARTE Liguri per verificare l’eventuale disponibilità di alloggi per ospitare i profughi ucraini che saranno accolti sul territorio regionale. “Questa mattina ho contattato le quattro ARTE del territorio – ha spiegato l’assessore Scajola - per richiedere di fare immediatamente un censimento di alloggi liberi, al fine di metterli a disposizione per accogliere famiglie di profughi ucraini. Dopo una prima ricognizione abbiamo individuato un totale di 114 alloggi in tutta la regione, dei quali 66 disponibili da subito e 48 nell’arco di trenta giorni, 70 a Genova, 14 a Savona, 20 a Imperia e 10 La Spezia. Quanto sta accadendo in Ucraina è terribile, un’emergenza umanitaria unica e straordinaria che ci deve far sentire tutti coinvolti e responsabili nel fare la nostra parte, dobbiamo fare un atto di responsabilità per le famiglie di profughi in difficoltà”.

In Asl3 è prevista l’attivazione di un centro dedicato, presso la sede di Villa Bombrini, nel quale verranno svolte attività di accoglienza, screening covid, vaccinazioni, attribuzione green pass e tutto quello che sia necessario per la permanenza di questi cittadini sul territorio. La pianificazione degli interventi è in corso di elaborazione, di concerto con la Direzione Sociosanitaria e Sanitaria dell’Azienda: “Asl3 non avrebbe mai voluto doversi occupare di questa ulteriore gravissima emergenza - ha spiegato il Direttore Generale di Asl3 Luigi Carlo Bottaro –. Ma proprio per questo, ancora con più forza e convinzione, “insieme”, metterà a disposizione la propria importante esperienza in termini gestionali, maturata dal crollo del Ponte Morandi ad oggi. Questo per far sì che ancora una volta i più deboli possano trovare una risposta ai loro enormi bisogni. Con il nostro punto accoglienza di Villa Bombrini siamo al fianco dei cittadini che giungono dall'Ucraina per rendere meno complesso il trasferimento e la permanenza nella nuova realtà di vita qui a Genova”.

Anche l’Istituto Pediatrico Giannina Gaslini è pronto a offrire le proprie cure ai bambini ucraini, attraverso diverse forme di collaborazione con gli enti nazionali ed internazionali preposti alla gestione dell'emergenza dovuta alla guerra in atto. Il Gaslini metterà a disposizione una sua equipe di scouting pediatrica e due equipe di Trasporto pediatrico, completamente equipaggiate, in grado di gestire l’arrivo in contemporanea di due pazienti ventilati ciascuna: “Siamo presenti Resovia a 90 chilometri al confine con l’Ucraina - ha aggiunto il direttore generale dell’ospedale Gaslini Renato Botti –. I primi pazienti sono pazienti oncologici, i primi 6 sono già arrivati in Italia e ne stanno arrivando altri 6. Siamo in piena accordo con la Protezione Civile sia per disponibilità di posti letto, attualmente 11, sia per quanto riguarda la fornitura di medicinali.

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