Viadotti, avviato un terzo filone d'inchiesta per “omessi lavori”.

Viadotti, avviato un terzo filone d'inchiesta per “omessi lavori”.
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La procura di Genova ha aperto un terzo filone d'indagine per omessi lavori sui viadotti controllati da Aspi. 5 in Liguria. 28 in tutta Italia.

L’indagine è per “omessi lavori” di manutenzione e al momento è a carico di ignoti. L’indagine come ha spiegato uno dei procuratori è nata dopo le rilevazioni dei tecnici consulenti hanno definito questi ponti non sicuri. C’è una evidente omissione dei lavori di manutenzione che minaccia la sicurezza di chi viaggia sopra il ponte ed inoltre anche quella di chi si trova a passare sotto o come in qualche caso che abita nelle case che si trovano sotto ai viadotti.

Gli abitanti di queste case protestano “da anni cadono bulloni e pezzi di cemento, ne abbiamo raccolti una serie che teniamo a disposizione degli inquirenti”. Qualche impalcato è quasi privo di cemento nella parte inferiore, in sostanza è rimasta solo la struttura metallica. La manutenzione è stata fatta solo sulla parte superiore, cioè lo strato di asfalto, quello a vista. Gli strati di cemento sotto sono così corrosi che la procura di Genova ha rilevato un "grave stato di deterioramento con pericolo di rovina" e la legge impone "al proprietario di un edificio o di una costruzione che minacci “rovina” di occuparsi della sua conservazione e alla vigilanza".

La decisione di aprire un terzo filone d’indagine, dopo le perizie dei consulenti del tribunale, ed è direttamente collegata alla chiusura parziale della A26 dovuta al deterioramento dei viadotti Fado e Pecetti. In pratica è un ampliamento della seconda indagine che riguarda decine di altri viadotti e i report falsificati dove le “perizie dei tecnici di autostrade venivano ammorbidite”, riviste al ribasso dai loro superiori. Nel fascicolo potrebbero rientrare anche i viadotti Sori, Veilino e Letimbro. A questa si aggiunge l’inchiesta sulla A6 che sta conducendo la procura di Savona dopo il crollo del ponte sull'autostrada Torino-Savona. Qui a settembre c’era già stato un esposto di un ingegnere che aveva definito i piloni dei ponti: “Strutture degradate con cemento corroso, ferri esposti e consumati”.

Di seguito, la dichiarazione del Ministro Paola De Micheli

"Io non credo che il Paese, gli italiani, le donne e gli uomini, i lavoratori e le lavoratrici, debbano essere allarmati"

"Dobbiamo continuamente ogni giorno intensificare la nostra attività sulla sicurezza, cosa che stiamo cercando di fare soprattutto sbloccando tutti i cantieri di manutenzione ordinaria e straordinaria". A proposito di ponti provinciali, invece, "ho già mandato il 10 ottobre alla conferenza unificata il primo elenco dei ponti che vengono finanziati con le risorse nazionali, perché le Province non ne hanno tante: il secondo elenco lo mando martedì. Complessivamente sono poco meno di 2.000 interventi, di cui la stragrande maggioranza di manutenzione straordinaria: alcuni invece prevedono la costruzione di nuovi ponti, perché gli interventi di manutenzione non sarebbero sufficienti"

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