Volpedo, Pozzolo Formigaro e Rosignano Monferrato tra i primi a mettersi a disposizione dei profughi
Il comune di Volpedo è stato tra i primi, nell’Alessandrino, ad aver risposto – una settimana fa - all’appello di solidarietà lanciato dalla segreteria del Partito Democratico del Piemonte a sostegno della popolazione afghana, affinché non venga abbandonata in questo momento così drammatico. Una situazione di emergenza che scuote gli animi: chi può, deve aiutare.
E così, il centro zona della Val Curone (così come quello di Pozzolo Formigaro, nel Novese e di Rosignano nel Monferrato Casalese) ha subito dato la propria disponibilità a fare da tramite tra i privati che vorranno offrire immobili e le associazioni che si occuperanno dei servizi di mediazione.
"Noi non abbiamo strutture comunali che possano accogliere i rifugiati afghani – specifica il sindaco Elisa Giardini -, ma è nostra volontà fare il possibile per trovare una sistemazione a quanti stanno fuggendo dai talebani. Se tutti noi ci facessimo carico di un profugo, il problema dell’immigrazione in questi termini si risolverebbe a breve".
Elisa Giardini non parla per luoghi comuni: nel 2015, quando in paese erano arrivati da situazioni di conflitto due cittadini senegalesi e due famiglie nigeriane, era stata la prima a prendersi cura dei giovani provenienti dal Senegal che, nel 2016 erano stati affidati alla mamma del sindaco di Volpedo, integrandosi e recuperando la loro dignità di persone. "In questi giorni ho ricevuto le telefonate di moltissime persone – prosegue Elisa Giardini -, non solo da Volpedo, ma anche da fuori. Ricevo, costantemente pacchi di indumenti, oggetti per bambini, piatti e bicchieri. Quando nel 2015 avevamo accolto i profughi, il nostro sindaco Giancarlo Caldone aveva riempito di beni donati in una stanza in municipio, che ora è stata adibita ad altro. Conto però di riuscire a ricavare a breve un magazzino della struttura vicino alle nostre scuole".
Anche il Comune di Pozzolo Formigaro che, come Volpedo non ha proprie strutture disponibili, ha fin da subito detto di sì al trovare percorsi di accoglienza verso la popolazione afghana. "Ci siamo confrontati con la Prefettura di Alessandria e aspettiamo di essere convocati ad un tavolo di concertazione per muoverci al meglio ed in modo efficace – spiega il sindaco Domenico Miloscio -. La nostra comunità, che esprime massima solidarietà ai profughi di quella terra, è abituata ad essere solidale. Già in passato si era occupata, attraverso il “Progetto Petrarca”, di migranti che erano stati aiutati e integrati a partire dalla formazione e dalla conoscenza delle lingua italiana".
Nel Monferrato Casalese c’è poi il piccolo comune di Rosingnano Monferrato, guidato dal sindaco Cesare Chiesa, a rendersi immediatamente disponibile: "Abbiamo un alloggio comunale che può ospitare fino a 4/5 persone – ricorda il primo cittadino -. È gestito dalla Cooperativa Crescere Insieme e, già in passato, ha accolto famiglie dalla Siria e dall’ex Congo Belga, oggi Repubblica Democratica del Congo".
Nella stessa struttura, già 30 anni fa, era arrivata una famiglia di rifugiati albanesi, che poi si è integrata con la comunità di Rosignano, dove sono attive sia la consulta femminile che quella per il sociale, anch’esse a disposizione per la raccolta di beni. Ad oggi ci sono poi Bosco Marengo e Castelletto d’Orba, che possono ospitare due famiglie afghane. Pronti a fare la propria parte, rispondendo all’appello anche dell’Anci e della Prefettura di Alessandria, i centri zona di Acqui Terme e di Ovada.