Oggi la Giornata internazionale contro l'omofobia, la transfobia e la bifobia

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Un disegno di legge contro l’odio e le discriminazioni – che siano nei confronti di omosessuali, transessuali, donne o disabili -: è a 360 gradi il provvedimento contro pregiudizi e violenze proposto da Alessandro Zan, del Partito Democratico che – anche attraverso manifestazioni di piazza come quella di Roma in piazza del Popolo – chiede di fare in fretta affinchè ci si avvii verso un decreto che prevede – di fatto – aggravanti specifiche per i crimini d’odio.

Ricorre oggi, lunedì 17 maggio, la Giornata internazionale contro l'omofobia, la transfobia e la bifobia: ricorda il 17 maggio 1990, quando l’Oms rimosse l’omosessualità dalla lista delle malattie mentali. Un appuntamento che quest’anno ha ancora più risalto perché cade nel pieno della discussione riguardante il ddl Zan, che vede continui posticipi di calendarizzazione in Senato, con inevitabile prolungamento di un iter parlamentare politicamente spaccato.

Sarebbe questa una legge più tollerante, fiera del ritrovarsi per l’Italia al passo con altri stati membri dell’Unione Europea (basti pensare a Svezia, Norvegia, Belgio, Portogallo, per non parlare del Canada dove i diritti gay sono tutelati nella Costituzione); una legge verso la quale si sono aperti anche i vescovi italiani che chiedono però di modificare il ddl Zan, ma non di affossarla, poiché la Chiesa – sottolinea la Cei - “difende sempre i diritti della persona”.  In occasione di questa Giornata arriva chiaro il messaggio del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha ribadito quanto “La Costituzione sancisca il principio di uguaglianza e la società venga arricchita dal contributo delle diversità”.

In Italia arrivano 50 richieste d’aiuto al giorno, fra chat e telefonate: una media di 20.000 all’anno e, per il 60%, provengono da giovani in età fra i 13 e i 27 anni. Anche la comunità Lgbt di Tessere le Identità è scesa in piazza Castello l’altro girono ad Alessandria, per dire sì al decreto Zan: lo ha fatto con il supporto e la partecipazione di tante altre realtà associative toccate dalle discriminazioni di genere, partecipi nel dire “no” alla violenza e all’odio. "Questo momento di piazza ha voluto essere anche un’occasione di tipo culturale, all’insegna di quell’arcobaleno che compare sotto un cielo che appartiene a tutti - ha spiegato Alberto Bianchi, vice presidente di Tessere Le Identità -. Stiamo anche organizzando un altro appuntamento in vista del mese di giugno. Non sarà il Pride tradizionale che, per motivi di emergenza sanitaria, non potrà svolgersi, ma un’altra opportunità per mettere al centro la diversità come bene comune. Perché essere diversi permette l’incontro con l’altro e rende ogni individuo unico e speciale".

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