Pomaro Monferrato, venerdì appuntamento con il Gruppo Teatro Donne
Organizzato dal Circolo Culturale I Marchesi del Monferrato
POMARO MONFERRATO - Riprendono le attività sul territorio del Circolo Culturale I Marchesi del Monferrato: in collaborazione con il comune di Pomaro Monferrato e alla compagnia teatrale Gruppo Teatro Donne, l’appuntamento è per venerdì 23 agosto, alle ore 21.00, presso il Piazzale di Via Vigliani, dove verranno raccontati scampoli di storie di un tempo non troppo distante, di uomini e donne della nostra terra.
Pomaro Monferrato, il Gruppo Teatro Donne in scena venerdì
Dichiara Emiliana Conti, Presidente Circolo Marchesi del Monferrato:
“Racconti del passato di un mondo contadino, di lavoro, fatica e povertà: un mondo vero di forti valori che ci sono stati tramandati e che riemergono in tutta la loro cruda e profonda autenticità, per insegnarci che il passato non si può nascondere e che serve per imparare a vivere meglio. Il Circolo non è la prima volta che propone il racconto della Storia attraverso la teatralizzazione, e dopo aver toccato epoche passate e personaggi storici noti, questa volta abbiamo creduto in uno spettacolo che racconta un’epoca più vicina a noi, ancora in parte viva nella nostra memoria, e che rivive grazie alla sensibilità delle due interpreti in scena, Silvia Perosino e Paola Sperati del Gruppo Teatro Donne”.
Due donne si ritrovano a veglia nella stalla, in una sera di pioggia in cui c'è il rischio di incontrare anche le masche...: le altre sembra non arrivino, bloccate dal nubifragio che imperversa fra le colline. Ma come da tradizione, Catinina e Reglia si raccontano in una manciata di storie. Quella di Maria, sangue amaro e lingua cattiva, tagliente come la lama di un coltello tirato fuori durante una rissa di paese, e un figlio lontano, in Argentina, a scivolare leggero sulle note un tango. Della Raclin, raccoglitrice di essenze per profumi, con il peso di un marito emigrato in Merica, da dove però, non arriva neppure un profumo, perchè è troppo lontana. O di Teresa, che da grande vuole fare artista, e ammaestra marmotte cantando una canzone composta da lei. Quella di Aurelia, la filarina, e la sua storia di bambina nelle filande francesi, con le mani a spellarsi nell'acqua bollente in cerca delle bave di seta e i primi scioperi per un orario decente.
Di Catinina, mezza zingara, una sposa bambina che scopre che un matrimonio non è un gioco, e che con una mano culla il primo figlio e con l'altra gioca a tocco e spanna con le biglie insieme ai ragazzi nella piazza del mercato. E quella di Angelina, che l’amore, o qualcosa di simile, ha portato in Piemonte dalla Calabria, straniere con dentro al cuore ancora tanta nostalgia del proprio mare, del proprio paese. Una manciata di storie che ripercorrono le storie di ognuna di loro, ma anche quella del paese in cui vivono. Storie di uomini, figli, matrimoni, fughe per sopravvivere, di guerra, di amore, e soprattutto di lavoro: lavoro nei campi, lavoro che non c'è, di scioperi e di fabbriche, elemosine, lavoro cercato all'estero, sempre più lontano, fino all'America. Una manciata di storie che potrebbero uscire da una cassa di cimeli, in una soffitta polverosa, che potrebbero appartenere a ciascuno di noi.