A Forte dei Marmi la mostra del Museo Egizio "Gli Egizi e i doni del Nilo"
TORINO - Quest'estate, l’antico Egitto approderà a Forte dei Marmi (Lucca), con una mostra del Museo Egizio di Torino dal titolo “Gli Egizi e i doni del Nilo”, curata da Paolo Marini, curatore e coordinatore scientifico delle mostre itineranti del Museo.
Promossa dalla Fondazione Villa Bertelli e dal Comune di Forte dei Marmi, l’esposizione sarà inaugurata al Forte di Leopoldo I, giovedì 1° agosto, dal sindaco di Forte dei Marmi, Bruno Murzi, dal presidente di Villa Bertelli Ermindo Tucci e dal direttore del Museo Egizio, Christian Greco.
“Gli Egizi e i doni del Nilo” proporrà un viaggio nel tempo alla scoperta dell’antica civiltà nilotica in 24 reperti, dall’Epoca Predinastica (3900−3300 a.C.) all’età greco-romana (332 a.C.−395 d.C.). Vasi, stele, amuleti e papiri, oltre alla maschera funeraria di età romana (30 a.C.-395 d.C.), una riproduzione, idealizzata del volto del defunto, realizzata in cartonnage e destinata alla protezione magica della mummia, offriranno al pubblico un assaggio del Museo più antico al mondo, dedicato alla civiltà sviluppatasi sulle rive del Nilo. Proprio nell’autunno 2024, infatti, il Museo Egizio, che custodisce circa 40mila reperti, di cui 12mila in esposizione, celebrerà il suo bicentenario. E la mostra di Forte dei Marmi rientra tra le iniziative che nel corso dell’anno celebreranno questo importante traguardo, non solo a Torino.
Tra i reperti in mostra, un tipico modellino di imbarcazione dei corredi funerari del Primo Periodo Intermedio (2118-1980 a.C.), in legno stuccato e dipinto, decorato con la coppia di occhi udjat a protezione dello scavo. Queste imbarcazioni in genere rappresentano il viaggio del defunto verso la città sacra di Abido. Dalla Galleria della Cultura materiale del Museo Egizio proviene invece il set completo di vasi canopi in alabastro di Ptahhotep, vissuto durante il Terzo Periodo Intermedio (1076-722 a.C.). I 4 vasi sono chiusi da coperchi che ritraggono i Figli di Horus, con teste zoomorfe, utilizzati per conservare separatamente gli organi del defunto.
Il percorso espositivo sarà arricchito da infografiche e da installazioni multimediali, con approfondimenti storico-scientifici sui reperti e i diversi periodi storici. In esposizione anche una riproduzione digitale in 3D della monumentale statua di Ramesse II, uno dei reperti simbolo del Museo Egizio, che risale al XIII secolo a.C. ed è inamovibile.
In preparazione anche una speciale audioguida in italiano e in inglese, con la voce dello scrittore fortemarmino Fabio Genovesi, candidato al Premio Strega con il romanzo “Oro puro”.
Sono inoltre allo studio laboratori didattici e visite guidate, che vedono la collaborazione tra Villa Bertelli e il Museo Egizio.