Piemonte, Caucino: "Da Regione 6 milioni al terzo settore"

Piemonte, Caucino: "Da Regione 6 milioni al terzo settore"
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PIEMONTE - Sostenere con azioni concrete ed efficaci ogni forma di povertà, in particolare quelle nuove, in aumento a causa della pandemia. Garantire e assicurare salute e benessere per tutti ad ogni età e fornire un'educazione di qualità, equa ed inclusiva, offrendo opportunità di apprendimento permanente. Ridurre le ineguaglianze e promuovere un'agricoltura sostenibile: sono queste le finalità dei 317 progetti pervenuti al settore «Politiche per i bambini e le famiglie, minori e giovani, sostegno alle situazioni di fragilità sociale» della Direzione Sanità e Welfare. Le graduatorie sono state pubblicate sul «BUR». Il bando per il Terzo Settore, promosso dalla Regione e fortemente voluto dall’assessore regionale al Welfare, Chiara Caucino, ha riscontrato un grande successo, cartina di tornasole della bontà dello stesso e del fatto che va a colmare, almeno in gran parte, un’esigenza molto sentita dai territori, stremati dalla pandemia. Molto importante la cifra messa a disposizione, che ammonta a quasi 6 milioni di euro (5.907.686,00, per la precisione). Uno stanziamento di un’entità che, in questo settore, non si era mai vista prima. Inoltre il bando era aperto per la prima volta in assoluto, oltre alle organizzazioni di volontariato ed alle associazioni di promozione sociale iscritte nei registri regionali, anche alle Fondazioni Onlus, alle sezioni territoriali ed ai circoli affiliati alle associazioni di promozione sociale nazionali.

Se si calcola che mediamente ogni progettualità ha coinvolto circa altri 10 soggetti tra partner e collaboratori complessivamente si sono raggiunti oltre 3.170 Enti. Un numero molto significativo se si pensa che ai Registri regionali delle organizzazioni di volontariato e a quello delle associazioni di promozione sociale, a fine 2020, erano iscritte complessivamente 4.162 organizzazioni di cui 3.402 organizzazioni di volontariato e 760 associazioni di promozione. La presenza percentuale di queste organizzazioni nelle diverse province piemontesi vede primeggiare ovviamente Torino con il 38,65%, seguita da Cuneo con il 16,72% e Novara, con il 10,93%. Importante la presenza anche nel Biellese (6,70%), nel Vercellese (5,69%), nell’Astigiano ( 5,67%) e nel Vco (3,48%). Ognuna delle province piemontesi ha ottenuto progetti finanziati con una prevalenza nella provincia di Torino 58,33%, seguita da quelle di Cuneo 12,12%, Novara 9,09%, Biella 7,58%, Alessandria 4,55%, Asti 3,79%, Vercelli 3,03% e Verbano Cusio Ossola con 1,51%. Tra tutti i progetti presentati solo 46 sono risultati non ammissibili in quanto privi dei requisiti richiesti, mentre soltanto uno è stato ritirato per sopraggiunti motivi.

Dei 270 progetti risultati ammissibili 152 sono stati presentati da organizzazioni di volontariato, 104 da associazioni di promozione sociale o articolazioni territoriali e dai circoli affiliati alle associazioni di promozione sociale e 14 da Fondazioni del Terzo Settore. Sono state formulate sei distinte graduatorie, poiché per favorire la partecipazione degli Enti più piccoli e caratterizzati da un loro stretto rapporto con le comunità locali erano state previste due tipologie di finanziamento: progetti che richiedevano un finanziamento compreso tra 30mila ai 100mila euro e progetti che richiedevano un finanziamento minore compreso tra 10mila ai 29.999 euro. «Il risultato di questo bando - spiega l’assessore regionale al Welfare - Chiara Caucino - è estremamente positivo perché dimostra la volontà di fare e la capacità di mobilitazione del mondo del volontariato che, fin dal primo giorno della pandemia, non ha avuto paura e l’ha affrontata a testa alta e a caro prezzo, sempre con un unico obiettivo: aiutare gli altri, in particolare i più fragili e i più deboli». «L’importanza della cifra stanziata - conclude Caucino- è la dimostrazione di quanto la Regione tenga a questo comparto e intenda sostenerlo in ogni modo. Nostra ferma intenzione, infatti, è stata sempre quella di tutelare i più deboli e i più fragili, che grazie al fondamentale supporto del Terzo settore, possono aumentare significativamente il loro benessere essendo aiutati non certo a parole, ma con azioni e progetti mirati ed efficaci».

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