La sfida di Papa Francesco ai credenti e ai non credenti
Al Collegio Santa Chiara il primo di una serie di incontri che danno il via al Cinquantenario del Centro di Cultura dell'università Cattolica, che tra la fine del 1969 e l'inizio del 1970 iniziava il proprio operato ad Alessandria
ALESSANDRIA - La sfida di Papa Francesco ai credenti e non credenti è stato l'argomento di riflessione e di confronto della tavola rotonda proposta al Collegio Santa Chiara di Alessandria dal Centro di cultura dell'Università Cattolica e dal Meic (il movimento ecclesiale di impegno culturale) cittadini. Sono intervenuti nel dibattito, che ha avviato le celebrazioni del cinquantenario del Centro di cultura, sono stati due docenti d'eccezione: don Mario Antonelli, vicario episcopale per l'educazione e la celebrazione della Fede dell'arcidiocesi di Milano e Renato Balduzzi, presidente del Centro di cultura - gruppo di operatori dell'Università Cattolica.
<Papa Francesco è arrivato dalla fine del mondo e ha reso il Vangelo contemporaneo, entrando nel cuore delle persone, ma - è stato ricordato durante l'incontro dal prof. Renato Balduzzi - è un Papa scomodo per i grandi della Terra. Francesco,che parla al cuore e all'intelletto, si è messo al servizio dei poveri ed è scomodo pure per i populisti, così come per la sfera pubblico/politica,che viene da lui richiamata alla coerenza. Ed è scomodo pure per molti uomini di chiesa, cui viene rimproverato di vivere in modo Montano>. <Papa Francesco è scomodo anche per tutti noi - è stato detto ancora in uno dei passaggi del lungo dibattito che ha coinvolto anche il pubblico presente in sala -: siamo frettolosi davanti al povero che tende la mano, inquiniamo e siamo disattenti alla creazione>. <Questo Papa sa provocare in modo costruttivo, sia il mondo dei credenti che quello dei non credenti, con appelli che strattonano le coscienze - ha aggiunto don Mario Antonelli -: i temi sono quelli della famiglia e della relazione affettiva, la galassia giovanile e la casa comune, cioè il dato creato di cui facciamo parte>. Alla base di tutto c'è una nervatura costante: la gioia del Vangelo.