Il pressing delle regioni sul Dpcm di Natale: "Allentate i blocchi"

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Le sorprese legate al Natale quest’anno arriveranno prima del 25 dicembre, esattamente con il Dpcm che il governo approverà dopodomani per entrare poi in vigore venerdì 4 dicembre.

E se l’orientamento prevalente è quello di chiudere i confini regionali, pur con un calo dei contagi, la risposta che arriva dalle regioni è di tutt’altro avviso. Sul tavolo dell’incontro proprio tra il governo e i governatori regionali ci sono gli spostamenti, il coprifuoco e le aperture di scuola, ristoranti, bar, impianti sciistici.

In sostanza l’allentamento dei blocchi almeno nel periodo natalizio, consentirebbe all’economia una boccata d’ossigeno, a partire dai ristoranti che, nel documento sottoposto all’attenzione del governo, si vorrebbe tenere aperti fino alle 23, così come l'apertura degli impianti sciistici per i clienti degli alberghi e per chi ha una seconda casa, con un divieto di assembramento che dovrà essere il principio cardine di questa eventuale decisione.

All’interno dello stesso documento si ribadisce la necessità assoluta di garantire i ristori per tutti i settori colpiti dalle chiusure disposte con ordinanza regionale. E poi c’è il tassello legato al passaggio da una regione all’altra: anche qui, ad oggi, resterebbero consentiti gli spostamenti solo tra zone gialle, mentre  i governatori chiedono di consentire i viaggi tra regioni dello stesso colore.

Il presidente della Liguria Giovanni Toti, che ha rimarcato come nessuno si aspetti un Natale con cenoni infiniti e raduni familiari, ritiene però ci sia bisogno di un Dpcm equilibrato. “Occorre accorciare i tempi – ha detto - , fare più attuali le decisioni e accorciare anche il meccanismo di uscita dalla zona rossa ad arancione o da arancione a gialla, che nell'attuale dpcm attiene a 21 giorni di calendario”.

È pure stata lanciata l’idea di una nuova zona, che potrebbe anche diventare bianca. E mentre le regioni si sono interrogate sulla possibile chiusura dei confini nazionali per evitare che l’utenza italiana vada a sciare in Svizzera, Slovenia o Austria, sta altrettanto a cuore capire la questione legata ai ricongiungimenti familiari. Solo poche ore fal'intenzione di palazzo Chigi sembrava essere quella di vietare gli spostamenti dal 19 o 20 dicembre fino al 6 gennaio.

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