Ex Ilva, piano "inaccettabile" per sindacati e governo
Si è svolto nelle scorse ore l'incontro in videoconferenza tra i segretari nazionali delle sigle sindacali dei metalmeccanici e i ministri Stefano Patuanelli, Roberto Gualtieri e Nunzia Catalfo.
Si è discusso del nuovo piano industriale presentato da ArcelorMittal, che come ampiamente previsto rappresenta un duro colpo per il futuro di tanti lavoratori del gruppo.
Un piano che però non è stato ancora ricevuto dai sindacati stessi, in quanto ancora vincolato da segretezza tra governo e azienda.
Sono quindi circa 5000 gli esuberi totali previsti, che a queste condizioni avrebbero ripercussioni su tutti gli stabilimenti, Novi Ligure e Genova compresi.
Anna Poggio, segretario Fiom Cgil della provincia di Alessandria, si dice "preoccupata per la mancanza di un'alternativa a Mittal da parte del governo".
Un incontro al quale ne seguirà un altro tra una settimana tra tutte le parti coinvolte, azienda compresa.
“Non c’è nessuna intenzione di portare avanti la loro proposta”, ha dichiarato il ministro Patuanelli.
Domani mattina, mercoledì 10 giugno, le rsu di Taranto si riuniranno per decidere quali azioni intraprendere nei prossimi giorni.
Di seguito riportiamo la nota ufficiale di FIM CISL.
Marco Bentivogli, segretario generale FIM CISL: "Azienda straccia accordi e presenta piani fasulli. Governo sia garante degli impegni industriali".
Si è svolto oggi l’incontro di Fim Fiom Uilm e Cgil Cisl Uil con i Ministri Patuanelli, Gualtieri e Catalfo e i Commissari di Ilva in Amministrazione Straordinaria.
Nella ricostruzione del Ministro Patuanelli si insiste a ritenere la rimozione dello Scudo penale come pretesto per restituire gli impianti. Lo stabilimento di Taranto non si può usare a fisarmonica a seconda dei volumi.
La realtà ha evidenziato che con l’introduzione dell’emendamento, con cui si è cancellato lo scudo penale, è iniziato il disimpegno. L’azienda pagava 1,8 miliardi per acquisire Ilva e ora metterà 500 milioni per una partecipazione di minoranza, magari con il Prestito previsto dal Dl Liquidità. E tutto il resto lo metteranno i contribuenti. Un capolavoro.
Secondo ArcelorMittal, l’accordo del 4 marzo fatto con il Governo (e senza il sindacato) viene rimesso in discussione dalla vicenda Covid. Il Piano inviato venerdì è ritenuto inaccettabile e inadeguato dal Governo anche per i troppi ritardi nel cronoprogramma degli investimenti strategici tra cui il rifacimento dell’Afo5.
Come confermato dal Ministro Gualtieri, attualmente la domanda è bassa ma anche il Piano europeo prevede una spinta su siderurgia sostenibile e sui settori consumatori di acciaio. A riprova di ciò il Gruppo AM ha rinviato di un mese lo spegnimento di uno dei due altoforni di Fos-Sur-Mer nel sud della Francia.
Il piano in Italia prevedeva l’arrivo a 6 milioni di tonnellate più altre tre da bramme. Si chiuderà probabilmente tra 2 e 3 milioni di tonnellate.
L’azienda ha stracciato l’accordo del 6 settembre 2018 fatto col Sindacato e quello del 4 marzo fatto col Governo e altrettanto farà con quello inviato il 5 giugno.
Il nuovo piano prevede 3200 in Cigs già nel 2020 a cui aggiungere quelli in
amministrazione straordinaria. Far slittare dal 2023 al 2025 come traguardo per ambientalizzazione e piena occupazione non solo inaccettabile ma è anche solo teorico, perché inconsistente sul piano degli investimenti e discutibile dal punto di vista dell’efficacia per il rilancio produttivo.
Il Governo conferma la disponibilità dello Stato al co-investimento ma in questo contesto bisogna assolutamente riverificare se esiste ancora un soggetto industriale che si senta ancora impegnato nel rilancio e ambientalizzazione del Gruppo ex-Ilva. Nelle prossime ore il Governo riaprirà il confronto rigettando il piano presentato e prevede di riconvocarci, assieme all’azienda la prossima settimana.
La nota dell'On. Federico Fornaro, capogruppo di Liberi e Uguali alla Camera dei Deputati.
"Il piano ArcelorMittal su Taranto certifica la mancata volontà della proprietà a mantenere gli impegni assunti sia in termini di mantenimento dei livelli occupazionali sia rispetto al piano di investimenti.
È quindi un piano irricevibile.
Il governo deve, perciò, continuare a lavorare a un progetto strategico per l’ex Ilva attingendo alle risorse del Green Deal europeo.
Il Ministro Gualtieri ha giustamente confermato che il Governo è pronto a un intervento pubblico, condizionato a un rilancio rapido, investimenti certi e tutela dell'occupazione”.