Novi Ligure, ex Ilva: ok dei sindacati per cassa integrazione
NOVI LIGURE - Sono state ore di votazioni in assemblea, all’ex Ilva di Novi Ligure, dove le Rsu si sono riunite con i lavoratori per predisporre il testo definitivo dopo l’incontro di ieri – nello stabilimento novese – con i referenti di ArcelorMittal.
AGGIORNAMENTO DEL POMERIGGIO: ACCORDO RAGGIUNTO - È stato raggiunto un accordo per la cassa integrazione allo stabilimento Acelor Mittal di Novi Ligure.
Questo pomeriggio i sindacati metalmeccanici hanno sottoscritto un’intesa per gestire la cassa integrazione che prevede la rotazione dei lavoratori che svolgono mansioni fungibili, rotazione concordata con le Rsu nei vari reparti, dove possibile.
Accordo anche per effettuare trasferte a Genova, con la maturazione dei ratei della tredicesima e del premio, qualora le ore di cassa non siano superiori al 50 per cento di quelle lavorabili nel mese.
L’azienda ha richiesto la cassa integrazione sino alle ore 6 dell’11 novembre, ma la speranza è quella che le linee possano ripartire prima di quella data.
Lunedì intanto, nei locali dello stabilimento, si terranno le assemblee di tutti i lavoratori.
“Le parti – si legge nella nota sindacale – hanno ribadito l’esigenza di proseguire il confronto con Acelor Mittal, in particolare sugli aspetti di sicurezza che sono da tempo oggetto di discussione e che prevedono numerosi interventi da parte della proprietà”.
La cassa integrazione era stata chiesta dalla stessa Acelor Mittal, ex Ilva di Novi Ligure, in seguito alle violente piogge del 21 e 22 ottobre, che hanno provocato gravi danni a trasformatori e centraline dello stabilimento.
LA SITUAZIONE AL MATTINO - Le sigle sindacali hanno rilanciato all’attuale proprietà la controproposta di applicare una cassa integrazione a rotazione e spalmata sui 681 dipendenti anziché quella a zero ore decisa per soli 400 occupati, di cui 350 operai. "In questo modo – spiega Alberto Pastorello della Uilm provinciale – faranno un po’ meno tutti, ma entrerà qualcosa in busta a ognuno". Sembra che – ma il condizionale è d’obbligo – l’azienda si stia aprendo a questa proposta, offrendo anche la possibilità a chi vuole, su base volontaria, spostarsi da Novi Ligure a Genova: se si accetta, verrà messo a disposizione un autobus per lo spostamento. La falce sulla testa dei lavoratori di Novi è caduta a sorpresa la scorsa settimana. "L’ondata di maltempo che ha messo in difficoltà la struttura di strada Bosco Marengo (dove peraltro si era già andati a bagno in passato) ha solo acuito le carenze di interventi da parte dell’azienda per esempio sul tetto – ha proseguito Pastorello -. Stiamo cercando di arrivare ad un accordo per limitare i danni grazie ad un progetto condiviso di messa in sicurezza, che dovrà necessariamente coinvolgere i delegati sindacali e la proprietà, perché da qui in avanti, a livello meteorologico, sarà sempre peggio e non possiamo permetterci di essere colti impreparati". Sul piatto c’è poi la questione della maturazione del rateo: un punto delicato e importante per i sindacati che stanno trattando con la proprietà affinché se, passa la cassa a rotazione, vengano garantiti almeno 15 giorni di lavoro consecutivi, così da poter dare ad ogni dipendente una tredicesima piena e non decurtata. Certo resta la preoccupazione legata alla crisi dell’acciaio e alle impressionanti perdite giornaliere di ArcelorMittal , ma nella realtà di Novi Ligure si potrebbe tornare a lavorare a breve. "Qualche impianto – riferiscono i sindacati – dovrebbe ripartire già dopodomani, mentre entro il prossimo 10 novembre la produzione dovrebbe tornare a pieno regime".