Gestione Acqua interviene sulla perequazione con Amag

Gestione Acqua interviene sulla perequazione con Amag
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Nota di chiarimento sulla perequazione da parte di Giovanni Gnocchi, Presidente di Gestione Acqua.

Nel corso delle ultime settimane attraverso differenti mezzi di comunicazione (social, giornali ecc.) ed addirittura in varie sedi politico-amministrative si è molto parlato dei rapporti tra AMAG Reti Idriche di Alessandria e Gestione Acqua.

L’oggetto di discussione è l’applicazione o meno dell’ormai famosa perequazione.

Lo scopo di questa nota è quello di sensibilizzare tutti i soggetti direttamente ed indirettamente coinvolti su quelli che sono gli aspetti da considerare nell’affrontare questa problematica che non possono essere le opportunità o le posizioni politiche ma i rapporti contrattuali tra le due aziende e il sistema regolatorio del SERVIZIO IDRICO INTEGRATO.

Le due aziende insieme a Comuni Riuniti Belforte Monferrato attraverso Rete Idrica AGC, rete di impresa a soggetto, gestiscono il Servizio Idrico Integrato in una buona parte della provincia di Alessandria.

Il Servizio Idrico Integrato è un sistema regolato a livello nazionale da ARERA ed a livello locale dall’Autorità d’Ambito (ATO N. 6 Alessandrino).

Sistema regolato significa che il soggetto regolatore (ARERA) impone ai gestori le regole di gestione del servizio, vale a dire investimenti, tipologia dei servizi, qualità tecnica, qualità commerciale, sistema tariffario ecc.

La tariffa di gestore è individuata dal soggetto regolatore in base ai costi sostenuti per espletare il servizio e dagli investimenti necessari per rispettare il Piano degli Interventi.

Su tutto il territorio nazionale, all’interno dello stesso ATO, dove esiste una pluralità di gestori, come nel caso dell’ATO 6 con i soggetti costituenti la Rete Idrica AGC, viene individuata una tariffa unica che risulta dal calcolo che complessivamente tiene conto dei costi e degli investimenti dei vari gestori.

L’ARERA, nel caso sopra citato in cui viene applicata una tariffa uguale per tutti i gestori, prevede, in virtù del fatto che i gestori hanno contribuito in maniera diversa alla composizione della tariffa, che si proceda ad una successiva compensazione tariffaria, la cosiddetta “perequazione”.

Infatti i costi e gli investimenti dei vari gestori sono in genere diversi e se presi singolarmente per calcolare tariffe singole danno origine a tariffe più alte o più basse di quella calcolata cumulando gli importi relativi al servizio di tutti i gestori.

La “perequazione” è necessaria per riequilibrare gli introiti tariffari di ogni gestore con compensi positivi verso il gestore che avrebbe avuto diritto a una tariffa più alta rispetto a quella unica e con compensi negativi verso il gestore che avrebbe avuto diritto a una tariffa più bassa rispetto a quella unica.

Questo sistema si applica per tutto il territorio Nazionale (ad esempio nell’ATO della provincia di Genova ci sono 5 gestori alcuni dei quali compensano gli altri che hanno avuto ricavi non proporzionali agli investimenti/costi).

Nel caso della Rete Idrica AGC i tre gestori dell’ATO 6, legati tra di loro da un contratto che prevede la perequazione, singolarmente hanno affidato alla stessa società di consulenza (leader in Italia del settore) la definizione dello studio del sistema di perequazione.

I risultati dello studio evidenziano che Gestione Acqua risulta essere, per l’anno 2020, creditrice di una cospicua somma in massima parte da richiedere ad AMAG Reti Idriche, anche tenendo conto che gli investimenti realizzati da Gestione Acqua superano di gran lunga quelli di AMAG Reti Idriche.

Si dovrà poi procedere con il calcolo degli scompensi relativi al 2018 ed al 2019 ed in futuro con gli anni successivi.

Arrivati a questo punto i tre componenti di Rete AGC, che avevano compiuto un percorso concordato (stipula di un contratto di Rete, affidamento alla stessa società di consulenza, ecc.) hanno preso posizioni diverse sia sull’interpretazione contrattuale sia nell’accettazione dei risultati dello studio sulla perequazione.

È necessario a questo punto ricondurre la vicenda alle regole del servizio idrico individuate dall’Ente Regolatore e dal senso logico che prevede che il compenso tariffario sia proporzionato ai costi e agli investimenti sostenuti da ciascun gestore.

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