Pernigotti: il rinnovo della cassa integrazione è sempre più lontano
Non sarebbero positive le notizie che filtrano dal Ministero dello Sviluppo Economico riguardo la richiesta di cassa integrazione straordinaria per 12 mesi fatta dalla Pernigotti. Secondo fonti sindacali, dopo la visita in fabbrica fatta dagli ispettori inviati da Roma una decina di giorni fa, dal Mise potrebbe arrivare un secco “no”.
Per i funzionari è in programma una nuova ispezione a Novi Ligure il prossimo 15 giugno. Una mazzata, anche se non di certo inattesa, per i 57 dipendenti che vedranno scadere il 30 giugno la cassa per ristrutturazione ottenuta lo scorso anno in virtù della presentazione di un piano industriale, mai rispettato, che prevedeva circa 4 milioni di euro di investimenti tra acquisto di nuovi macchinari, efficientamento energetico della struttura e rilancio dello stabilimento locale. Il pessimismo era nell’aria già negli scorsi giorni, quando i Toksoz avevano deciso di interrompere la trattativa di cessione con i cremonesi di Witor’s nominando poi un nuovo amministratore delegato, anch’egli turco, già legato alle loro attività.
“Dalla bozza che la proprietà ha presentato al Ministero emerge subito l’assenza di un addetto commerciale italiano - spiega Tiziano Crocco, segretario provinciale Uila Uil -. Una decisione davvero pesante per una realtà che ha un forte radicamento sul territorio nazionale. Le esportazioni sono infatti avvenute solo a spot. In questo organigramma è stata inserita gente che ha già firmato l’uscita. È davvero assurdo. C’è una persona che sta già lavorando con un’altra azienda. La richiesta di una cassa straordinaria, che non ha l’obbligo dell’anticipo, rappresenta di solito l’anticamera della chiusura di un’attività. A queste condizioni non firmeremo”.
Negli scorsi giorni, anche il ministro Giancarlo Giorgetti si era espresso sulla vicenda nel corso di una sua visita ad Alessandria.
“Gli abbiamo chiesto che non ci siano conseguenze per i dipendenti in seguito alle verifiche e lui ha assicurato che non ci sarà alcuna sanzione - prosegue -. Penalizzazioni che invece si prospettano pesanti per l’azienda. Giorgetti conosce perfettamente i Toksoz e sa che il tavolo non è semplice perché non siamo di fronte a imprenditori seri”.
Nel corso dell’ultimo anno di cassa, la proprietà non ha infatti rispettato gli impegni presi. Gli investimenti pattuiti, uniti alla rotazione e alla formazione dei dipendenti, non sono mai arrivati. Il prossimo passo è la convocazione da Roma per discutere della proposta della Pernigotti, di cui ancora manca la data. Per il 16 giugno, le segreterie sindacali nazionali hanno intanto organizzato una riunione con i vertici di Witor’s.
“Vogliamo arrivare a capire cosa sia successo realmente, perché con loro non abbiamo avuto modo di avviare un’interlocuzione vera e propria - chiosa Crocco -. Noi ci eravamo già preparati per un incontro e poi è saltato tutto, non per nostra volontà. Bisogna inserire un numero adeguato di persone. Noi vogliamo una fabbrica continuativa e non stagionale. È di questo che vogliamo discutere con loro”.