Tortona abbraccia Gianluca Di Tondo, manager che ha mandato Barilla nello spazio

Tortona abbraccia Gianluca Di Tondo, manager che ha mandato Barilla nello spazio
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TORTONA - Ditegli che c’è qualcosa di impossibile da realizzare e gli si accenderà quella scintilla negli occhi che di rado capita di incontrare in una persona: d’altra parte, il tortonese Gianluca Di Tondo all’inizio di quest’anno è riuscito a mandare nello spazio la pasta Barilla, inserita nientemeno che nel menu degli astronauti. Ed è lui - l’uomo per eccellenza delle sfide e dei cambiamenti – ad aver regalato, lo scorso 22 febbraio, una serata adrenalinica alla platea che ha partecipato all’incontro aperto alla popolazione organizzato dal Rotary Club Tortona – Distretto 2032, con il patrocinio del Comune e della Fondazione Cassa di Risparmio di Tortona. Dall’aprile scorso Gianluca Di Tondo è amministratore delegato del Gruppo Barilla, la più importante azienda alimentare italiana dal 1877, che vanta una storia di famiglia da quattro generazioni (con una breve parentesi dal 1971 al 1979, quando viene venduta alla multinazionale americana Wr Grace, ma poco dopo ripresa e riportata in Italia da Pietro Barilla, grazie all’aiuto dell’attuale socio di minoranza svizzero Anda) con un fatturato di quasi 5 miliardi e 8600 dipendenti. Introdotto con orgoglio dal presidente del Rotary Club Tortona, Gianni Mogni e dal sindaco Federico Chiodi (che in chiusura di serata ha nicchiato sull’auspicato insediamento di unostabilimento Barilla anche in zona industriale a Tortona), è stato lo stesso manager a ricordare di essere molto legatoalla sua città, dove vivono i suoi affetti, dove ha studiato al liceo scientifico Peano e dove ha carissimi amici. Di Tondo si è rivolto subito ai giovani, augurando loro di avere le idee chiare su ciò che vogliono diventare: <<Io ho sempre saputo, fin dal liceo, che avrei fatto marketing. La vostra carriera sarà sempre nelle vostre mani e ricordatevi che gli altri decidono per voi, se voi non avete le idee chiare>>. Dopo la laurea all’università Bocconi di Milano, Gianluca Di Tondo spicca il volo, matura un’esperienza di oltre 25 anni nel mondo del Food&Beverage, diventa direttore marketing del brand Heineken (anch’esso italianissimo), di cui assume responsabilità globale, che rilancia sotto molteplici aspetti, fino a diventare partner della Formula Uno. <<Ero convinto che avrei finito la mia carriera lì, con un’azienda di cui ero innamorato: invece, quando è arrivata la proposta della famiglia Barilla di conoscermi, beh, sono andato in crisi. Nel marzo 2020, pochi giorni prima che scattasse il lockdown a causa del Covid, ho accettato di entrare a far parte di quest’azienda alimentare italiana diventata una multinazionale ai massimi livelli nel mondo. Come responsabile marketing ho rilanciato il logo Barilla, che non veniva toccato dagli anni ’60, così come ho rinnovato quello del Mulino Bianco, ho visto nascere la linea di pasta Barilla Al Bronzo (con l’uso di vere trafile in bronzo) e lanciato la Pasta Evangelist, pasta fresca che inizia ad avere un bel mercato in Inghilterra>>.

Dopo aver fatto fare al pubblico il giro del mondo, sottolineando come Barilla – che conta 30 siti produttivi, di cui 15 solo in Italia ed altri in Europa e negli Stati Uniti) sia presente non solo con pasta e sughi (imbattile il pesto!), ma anche con prodotti da forno, pane e pane in cassetta o con la pasta Evangelist – Gianluca Di Tondo ha fatto esplodere la miccia, annunciando che il suo obiettivo è far diventare quest’azienda 5 volte la dimensione attuale: un’ambizione alla portata di un uomo che ha subito messo in chiaro come nel mondo il cibo italiano sia sinonimo di gusto e salute e di come un’azienda come Barilla (uscita dall’olio di palma dal 2013, impostata sulla riciclabilità del packaging che raggiunge il 99% di provenienza da foreste responsabili, con una Fondazione Barilla impegnata nel Sociale) possa mostrare con fierezzauna produzione di pasta 100% da grano italiano, con una rete di 6000 aziende agricole partner diretti. <<Ora tutti sappiamo che dal 2020 ad oggi il mondo è passato da una calma piatta alla burrasca ed ora viviamo un’instabilità globale: le aziende sono disegnate per l’efficienza e per sopravvivere e avere successo l’unica ricetta è “cambiare”. Crea stress, sì, ma va fatto. Io l’ho fatto portando con me, dal primo gennaio di quest’anno, 47 dipendenti da Parma ad Amsterdam, dove ne arriveranno poi altri 150 dalle sedi di tutto il mondo. E, in questa delicatissima fase, non ho voluto cambiare le persone, ma far sì che fossero loro a credere in questa nuova avventura. Il quartier generale, il cuore resta Parma, il cervello dove abbiamo un’altra base è a Londra e i muscoli commerciali li abbiamo portati ad Amsterdam, l’unica città nei Paesi Bassi dove non si parla olandese ma inglese e dove l’aeroporto ti collega, in un attimo, col resto del mondo e con la visione del mondo che solo in un luogo del genere puoi avere. Vogliamo essere l’azienda con il più alto contenuto di fiducia da parte del consumatore, ma non possiamo adagiarci: ci voleva una scossa. La mia missione è accelerare la crescita internazionale di Barilla>>. E, proprio come in uno dei famosi spot Barilla, con Gianluca Di Tondo ci si è sentiti a casa: il pubblico lo ha inondato di domande sullo sviluppo del mercato nei paesi asiatici e, in futuro, in Africa, approfondendo poi vari aspetti legati ai cambiamenti climatici ed alla gestione manageriale di un colosso così meravigliosamente complesso. E quando il capitano Domenico Lavigna, comandante dei carabinieri di Tortona, ha chiesto se i dipendenti Barilla sono felici di andare a lavorare lì ogni giorno, Gianluca Di Tondo ha passato la parola ad una giovane che era nel pubblico e che, emozionata, ha raccontato di vivere un sogno aziendale che diventa costante energia. E, si sa, se l’energia è positiva, può generare solo eccellenti risultati.

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