Cirio: "Poteri straordinari per gestire l'emergenza"
TORINO - Il presidente Alberto Cirio ha dichiarato nel corso della seduta odierna in videoconferenza del Consiglio regionale che occorrono poteri straordinari per gestire l'emergenza Coronavirus: "Con le regole vigenti tra due anni saremmo ancora qui. Per agire in tempi rapidi, come è assolutamente necessario, abbiamo bisogno di poteri straordinari, come è stato fatto per la ricostruzione del Ponte Morandi. Al sindaco di Genova è stato concesso di derogare a una serie di norme, il che gli permetterà presto di inaugurare il nuovo ponte”.
"Chiedo dunque al Consiglio regionale - ha aggiunto - di valutare l'approvazione di un documento perché io possa chiedere al Governo poteri straordinari. Senza di essi rischiamo che tutto il lavoro venga ritardato, ma i tempi sono di grande urgenza. Se non allentiamo le regole, soprattutto in vista della ricostruzione post emergenza, rischiamo di trovarci pericolosamente impantanati nella burocrazia".
Nel suo intervento in Consiglio regionale il presidente Cirio ha anche ricordato che è stato costituito un gruppo di lavoro che produrrà le misure per realizzare gli effetti del Piano per la Competitività in tre-quattro mesi anziché nei due previsti prima dell’emergenza, “in modo da dare una liquidità reale alle imprese”.
Il governatore ha poi annunciato di aver chiesto agli assessori competenti di predisporre delle misure per dare a chi non ha uno stipendio o un reddito le risorse necessarie per fare la spesa: “Abbiamo l’obbligo di aiutare le famiglie bisognose. Deve essere il primo dei nostri impegni. Il contenimento sembra funzionare, ma alla gente che sta a casa bisogna dare i soldi per vivere”.
Cirio ha anticipato in Consiglio regionale che la sua ordinanza sulle misure di contenimento del Coronavirus sarà senz’altro prorogata oltre il 3 aprile. La nuova scadenza potrebbe essere fissata al 14 o al 20 aprile e sarà decisa probabilmente giovedì dopo un incontro con i capigruppo: "Abbiamo fatto una scelta di rigore fin dall'inizio, e così siamo andati avanti adottando misure più restrittive di quelle nazionali ancorate tutte al 3 aprile, ma ora è evidente che questa data non potrà essere rispettata. Tornare a normalità il 3 aprile sarebbe una follia. Si tratta ora di vedere per quanto tempo prorogare".