Coronavirus, Ravetti (PD): "Nessun segnale di svolta dalla Regione"

Coronavirus, Ravetti (PD): "Nessun segnale di svolta dalla Regione"
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TORINO - Domenico Ravetti, capogruppo del Partito Democratico in consiglio regionale, esprime critiche sull'operato della giunta piemontese in merito alla gestione dell'emergenza coronavirus.

Qui di seguito le sue dichiarazioni pubblicate su Facebook:

"Vi dico questo: avremmo dovuto ottenere parte della documentazione sulle attività svolte nelle RSA del Piemonte a tutela degli ospiti e dei lavoratori. Abbiamo bisogno di relazioni, elaborazioni di dati, crono programma degli interventi, è una documentazione necessaria per svolgere un’analisi in vista della Commissione Sanità in un primo momento programmata per oggi ma che è stata rinviata a venerdì 17.
Per oggi invece, lo scopro ora, è stata convocata una conferenza stampa per presentare quei dati e quelle relazioni.
Qual è la vera ragione che ha convinto la Lega e il Presidente a rinviare la Commissione? È una modalità per evitare il potenziale conflitto tra le nostre analisi e le loro? Mi sbaglio?
Voi sapete che ho fatto il possibile per dare forza all'Istituzione regionale privilegiando la via del confronto con la Giunta. L’ho fatto perché in gioco non c’era qualche percentuale di voti in più per il mio Partito ma la vita delle persone. E quando la posta in palio è così alta si deve avere la consapevolezza che lo spazio va occupato per affrontare insieme i problemi. Prendo atto che sin dal principio, e ancor più ora che viviamo la fase più difficile della crisi, questo confronto è stato evocato più volte, da alcuni e in qualche circostanza è stato abbozzato, ma nei fatti in generale non è mai stato attivato.
È chiaro che in queste ore non è arrivato un segnale di svolta e nemmeno un convinto cambio di passo da parte della Giunta regionale. Anzi, oggi mi trovo di fronte ad un ulteriore elemento negativo che va ad aggiungersi a tantissimi altri; per questo manifesto apertamente il mio dissenso sulla gestione politica della crisi. Una gestione fatta in solitudine e troppo spesso in conflitto con i protagonisti che più di altri hanno combattuto “a mani nude” il covid-19".

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