Gavi: Nicoletta Albano si difende dalle accuse di concussione

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È un paese in subbuglio Gavi, arroccato nei i pendii a metà strada tra Piemonte e Liguria, dove si respira l’aria delle uve di Cortese e degli agnolotti e dove Mario Soldati, scrittore gastronomo, ne decantò le sinuose bellezze.

Il servizio andato in onda nel nostro TG

Dall’altro giorno infatti, i chiacchiericci di piazza hanno solo un nome e cognome: Nicoletta Albano, il vice sindaco finito nel mirino della Procura di Alessandria, che l’accusa di concussione, per avere ricattato il sindaco Rita Semino, spingendola a dimettersi.

Un’accusa pesante, che la Albano rigetta al mittente: “È un caos – ha commentato all’Ansa – non me lo merito. Io lavoro tanto per il mio paese e vengo ripagata in questa maniera”, rivendicando il suo ruolo da sempre attivo in paese, soprattutto nel corso delle alluvioni che a più riprese hanno colpito Gavi e in occasione della morte di Matteo Gastaldo, uno dei tre vigili del fuoco morti nella tragedia di Quargnento.

Una dichiarazione quest’ultima che non è piaciuta ai familiari del giovane pompiere, che hanno chiesto alla Albano di non strumentalizzare la morte del loro caro, in quanto nulla ha a che vedere con quello che sta capitando al vicesindaco.

Ma c’è di più, perché anche riguardo alle alluvioni, i pareri tra la gente sono discordanti, in quanto c’è anche chi accusa la Albano di avere fatto poco o niente per rimettere in sicurezza l’area del rione di Monserito, il più colpito dalle violente piogge.

Tra le chiacchiere di paese però si sentono anche apprezzamenti nei confronti di una donna sempre molto attiva.

Ieri, giovedì 23 gennaio, intanto la Albano, che come questa mattina si è regolarmente recata in municipio, ha annunciato ai dipendenti la volontà di far dimettere l’intera giunta, con l’intento di far decadere la Semino, auspicando di andare nuovamente alle urne, dopo ovviamente, un periodo di commissariamento del comune.

Non si sa però se la maggioranza la seguirà.

Bocca cucita invece da parte di Rita Semino, che nel corso dei vari consigli comunali si sarebbe solo limitata a passare la parola alla Albano, confermando di essere più che altro un sindaco di facciata.

Al momento comunque è ancora un mistero chi abbia sollevato il vaso di Pandora e se sotto al vaso ci sia davvero l’illecito che contesta la procura, al lavoro per stabilire se nella documentazione, nei computer e nei cellulari sequestrati l’altra mattina dai carabinieri, ci sia quello che sta cercando

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