Sindaci PD disertano l'assemblea generale dei primi cittadini dell'Asl

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ALESSANDRIA – <Prima preoccupiamoci di avere un direttore generale per l’Azienda Sanitaria Locale di Alessandria, poi penseremo alla nomina del nuovo presidente dei sindaci dell’Asl Al>: è questa, in sintesi la presa di posizione dei primi cittadini del Partito Democratico o comunque vicini al centrosinistra che hanno deciso di disertare l’assemblea generale convocata nel capoluogo alessandrino per eleggere appunto chi sostituirà l’ex sindaco di Casale, Titti Palazzetti.

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Riunitisi nella sede provinciale Pd di via Inviziati ad Alessandria, i sindaci di area “dem” hanno scelto di non partecipare all’incontro che prenderà il via domani alle 16.30, al teatro Parvum (192, in tutto, i sindaci chiamati al confronto). La motivazione è tranchant: ci si asterrà dall’assemblea per protesta, per sollecitare una decisione in merito alla mancata nomina – ormai dallo scorso maggio – di un nuovo direttore generale dell’Azienda sanitaria locale di Alessandria. Saltato durante l’estate l’arrivo, dato per certo al vertice dell'Asl di Alessandria, di Angelo Michele Pescarmona, direttore generale dell’azienda Usl della Valle d’Aosta, il limbo ha avvolto nuovamente questo pezzo di sanità locale, governato ad oggi da Paola Costanzo, direttore generale facente funzioni dell’Asl Al. I sindaci del Pd chiedono soluzioni responsabili e da palazzo Lascaris a Torino, dove c’è attesa per la riunione di giunta regionale di venerdì prossimo, è stato annunciato che i tempi sono ormai maturi per dare risposte. Dagli uffici Asl Al fanno sapere che non si hanno comunicazioni in merito, ma si auspica una nomina celere, che sblocchi questo impasse e permetta l’insediamento di un altro commissario entro la fine del mese, che dovrebbe avere un contratto almeno fino al prossimo maggio, in tempo per creare un pool di direttori generali del Piemonte.

In questi mesi, chi avrà i requisiti necessari farà domanda e poi verrà selezionato da chi guida ora la Regione Piemonte. Gli stessi politici che, all’indomani delle elezioni della scorsa primavera, avevano rilanciato la necessità di occuparsi degli ospedali di periferia, consapevoli dei conti in rosso dell’Asl Al e di una diaspora dei pazienti verso altre aziende sanitarie del Piemonte o verso altre regioni.

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