Affetto da grave malformazione cardiaca: 26enne operato con chirurgia “senza sangue”
Ad eseguire con successo l’intervento complesso è stata l’équipe guidata dal dottor Mauro Del Giglio
E’ riuscita con successo, al Maria Pia Hospital di Torino, la delicata operazione cui è stato sottoposto un giovane ligure di 26 anni, affetto da malformazione congenita al cuore.
L'operazione al Maria Pia Hospital di Torino
Presso il Maria Pia Hospital di Torino, un giovane ligure di 26 anni, affetto da Tetralogia di Fallot, una cardiopatia congenita complessa, che è stato recentemente sottoposto per la terza volta ad un intervento cardiochirurgico. Un intervento raro, sia per la complessità sia per il fatto che è stato eseguito con tecnica “bloodless”, cioè con l'applicazione di un protocollo che consente di ottimizzare la “risorsa sangue” del paziente e di evitare le emotrasfusioni durante gli interventi chirurgici.
Ad eseguire il complesso intervento è stata l’équipe guidata dal dottor Mauro Del Giglio che, per questo paziente, ha messo a punto la correzione della cosiddetta Tetralogia di Fallot, una delle cardiopatie congenite più trattate che tuttavia presenta un quadro complesso, in quanto vede la concomitanza di quattro anomalie cardiache che riducono l’afflusso di sangue ossigenato al corpo e compromettono il regolare funzionamento dell’organo (ovvero il difetto interatriale, l’aorta a cavaliere cioè a cavallo dei due ventricoli, la dilatazione del ventricolo destro e il restringimento sottovalvolare e valvolare polmonare).
Alessandro è stato sottoposto, in altri ospedali, ad un primo trattamento alla nascita e ad un secondo nel 2013 per l’inserzione di una protesi chirurgica valvolare polmonare che negli anni successivi è andata incontro a una fisiologica degenerazione severa. La situazione attuale richiedeva quindi un ulteriore intervento che è stato valutato dagli ospedali di diverse città. Questo perché, alla complessità dell’intervento si aggiungeva anche la richiesta, da parte del paziente, di evitare qualsiasi trasfusione di sangue.
La struttura torinese è centro di riferimento nazionale per questo tipo di chirurgia, che consente di ridurre le emotrasfusioni con un recupero post operatorio più veloce. Il 26enne è stato dimesso dopo 7 giorni di degenza con una buona condizione cardiaca.