Covid: calano i contagi e il governo ridisegna la sanità pubblica
A partire dal 1° marzo decade l’obbligo della quarantena per gli arrivi dai Paesi extra Ue - per l’ingresso sul territorio nazionale sarà sufficiente una delle condizioni del Green Pass: certificato di vaccinazione, certificato di guarigione o test negativo -: è questo uno degli effetti “allentamento misure restrittive anti Covid”, deciso tramite ordinanza grazie al calo costante dei contagi che sta portando il governo a valutare anche un ridimensionamento e progressivo passo indietro sul green pass all’aperto.
L’allentamento graduale delle misure restrittive dovrebbe coincidere – di fatto – con la progressiva uscita dall’emergenza e da uno stato di emergenza che, sulla carta, finirà al 31 marzo. Il criterio scelto dal governo è dunque quello della gradualità, che verrà applicato a vari ambiti, facendo fin da subito una distinzione sull’utilizzo del Green pass tra i locali al chiuso e gli spazi all'aperto.
In Italia – secondo i dati Agenas - è ferma al 10% la percentuale di posti letto in terapia intensiva occupati da pazienti con Covid-19, così come è ferma al 20% l'occupazione dei reparti di area medica non critica. E nell’ultima settimana, per la prima volta da settimane, si assiste ad una netta discesa dei ricoveri per Covid di bambini e ragazzi da zero a 18 anni negli ospedali pediatrici italiani, pari a meno 30%.
Chiaro che, ad emergenza finita – e la questione è emersa pesantemente nell’arco di questi ultimi 2 anni, scoperchiata come un vaso di Pandora – sarà necessario rimboccarsi le maniche per prendersi cura di una sanità pubblica che per anni ha subito tagli e disservizi, con particolari deficit nel Sud Italia. La parola d’ordine, per il ministro alla Salute Roberto Speranza, è “prossimità”, che si traduce con quel necessario occhio di riguardo nei confronti della medicina di territorio, demolita dalla prima ondata di virus e che ora – grazie ai finanziamenti del Pnrr – verrà riorganizzata attraverso le centrali operative territoriali, gli ospedali e le case di Comunità.
Riorganizzazione che a sua volta dovrà aggiornarsi in termini di innovazione e uguaglianza – ha detto ancora Speranza –, perché il Paese Italia sta invecchiando e non può permettersi di non rispondere a tutti quei bisogni che vedono soprattutto il cronicizzarsi delle malattie e quella necessità di tornare a fare diagnosi precoci, senza dimenticarsi degli interventi ordinari, di routine. Grazie alla nuova rete territoriale – che vedrà nelle case di comunità un punto di riferimento fondamentale, la sanità sarà più vicina al cittadino, 24 ore su 24, grazie ad un’équipe di professionisti che potrà appunto rispondere a tutti quei bisogni non legati all’emergenza.
Dagli hub agli ospedali di comunità – questi ultimi assisteranno quei pazienti che non hanno più bisogno dell'ospedale ma che necessitano comunque di brevi degenze per stabilizzare la propria condizione clinica – la rivoluzione sanitaria è dietro l’angolo e si porterà con sé circa 7,6 miliardi da destinare all’innovazione dei presidi sanitari.
E, a proposito di risorse umane, è in programma per domani, in ospedale ad Alessandria, la cerimonia di consegna simbolica dei camici ai 60 studenti del terzo anno del Corso di Laurea in Medicina dell’Università del Piemonte Orientale, che si vanno a sommare ai 47 che ormai frequentano il quarto anno, per un totale di oltre 110 futuri medici nelle corsie dell’Azienda Ospedaliera di Alessandria.