Cub Sanità sulle modalità di riammissione del personale non vaccinato: "Disposizioni variano da struttura a struttura"

Cub Sanità sulle modalità di riammissione del personale non vaccinato: "Disposizioni variano da struttura a struttura"
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ALESSANDRIA - Le dichiarazioni del Cub Sanità di Alessandria dopo l’entrata in vigore del decreto legge che riammette in servizio i lavoratori e le lavoratrici del settore sanitario che non hanno aderito alla campagna vaccinale.

"Nei giorni successivi all'entrata in vigore del decreto, emerge in tutta chiarezza che l’obbligo vaccinale per i dipendenti delle strutture sanitarie non aveva serie e ponderate giustificazioni sanitarie. Come era già capitato in altre occasioni nel corso di quest’anno, anche questa volta le disposizioni per la riammissione variano da struttura a struttura. Come giustificare dal punto di vista sanitario questa varietà di trattamento?" - spiega Morandini Alessandro del Cub Sanità Alessandria.

"In alcuni casi le riammissioni in servizio sono state fatte senza alcuna complicazione, in modo efficiente e si sono recuperati professionisti che lavorano in piena sicurezza propria, dei colleghi e dei pazienti, con i dispostivi di prevenzione previsti per tutto il personale. - continua -In altri casi si sta tentando di complicare la riammissione, con enormi danni per i cittadini che vedono ridotti in termini di qualità e quantità servizi e per i colleghi che sono chiamati a lavorare anche per gli assenti. Vengono sottoposti, i riammessi per via del Decreto, a ogni genere di esami, esami dai quali, per ragioni sconosciute, sono esentati invece i colleghi, (ricordiamo che mentre i colleghi non vaccinati erano sospesi la quantità di ore di malattia tra il personale sanitario vaccinato è aumentata). Non paghe, alcune strutture ed alcuni ospedali operano demansionamenti arbitrari ed esercitano azioni al limite del mobbing per tentare di dissuadere i lavoratori e le lavoratrici a continuare a fare il loro mestiere".

"Riteniamo che queste operazioni abbiano lo scopo di distrarre cittadini e lavoratori del settore dai problemi veri che accompagnano la sanità italiana da tempo e che gli italiani  conoscono bene: liste di attesa indecenti, ore di attesa nei Pronti Soccorso, orari di lavoro inadeguati, paghe inaccettabili nonostante il recente rinnovo contrattuale, eccessi burocratici, scarsa qualità dei servizi, carenze di personale, proliferare di infezione ospedaliere, diffusione di batteri farmaco resistenti, incremento di patologie dovute a iatrogenesi (negli Stati Uniti terza causa di morte, In Italia si stima che siano 15000 le denunce contro gli errori del sistema sanitario)".

"Ripetendo quanto già sottolineato in altre occasioni, riteniamo che, per ricostruire un sistema sanitario orientato alla cura della persona, sia indispensabile uscire dalle esagerazioni e dalle suggestioni negative correlate al susseguirsi di stati di emergenza sanitaria. Un sistema sanitario è efficiente se opera in contesto ordinario e affronta razionalmente le situazioni; rispetto al reintegro del personale non vaccinato stiamo assistendo, al contrario, al desolante spettacolo di strutture che, a poche centinaia di metri di distanza l’una dall’altra, prendono decisioni opposte e contraddittorie, quindi inspiegabili. - conclude - Siamo ormai certi che nel settore sanitario non tutti i principali responsabili abbiano a cuore l’obiettivo della cura delle persone e del loro benessere psico-fisco".

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