Covid-19, Fornaro (LeU): non abbassare la guardia soprattutto in Piemonte e Liguria
Nord Italia - L'elaborazione dei dati dell’ultimo mese forniti dalla Protezione Civile fotografano una differente evoluzione dell’epidemia Covid 19 nelle principali regioni del Nord Italia.
Bisogna innanzitutto ricordare che in sole 5 regioni (Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna, Veneto e Liguria) che rappresentano il 42% della popolazione, infatti, si registrano alla data del 1 maggio 2020 il 75,8% dei casi totali Covid 19, mentre al 1 di aprile 2020 l’incidenza sul totale Italia era lievemente inferiore (74,7%).
Nell’arco dell’ultimo mese, però, Lombardia ed Emilia decrescono nel loro peso sul totale Italia, rispettivamente dal 40,5% al 37,0% e dal 13,4% al 12,4%. Il Veneto rimane stabile all’8,7%. In netta crescita, invece, il Piemonte che passa dall’8,9% al 13,8%, seguita dalla Liguria (dal 3,3% al 3,9%).
Se invece prendiamo l’aumento giornaliero dei casi di Covid 19 la fotografia è questa: nelle cinque regioni, il 1 maggio, si registra l’82,0% del totale Italia (1.965).
Un mese fa, 1 aprile, i casi erano molti di più (4.782) e l’incidenza delle cinque regioni era del 72,9%, quasi dieci punti percentuali in meno.
Alla data del primo maggio, la crescita giornaliera è stata pari in Lombardia al 37,5% del totale Italia (era il 32,7% il 1 aprile), in Piemonte al 20,1% (10,3%), in Emilia al 10,6% (14,9%), in Veneto al 7,0% (9,8%) e in Liguria al 6,8% (5,1%).
Tra Piemonte e Liguria, quindi, si registrano il 26,9% dei nuovi casi Covid 19 in Italia, quando in queste regioni gli abitanti sono solo il 9,8% del totale.
Un mese fa, invece, nelle due regioni vi erano il 15,1% dei nuovi casi giornalieri.
In valore assoluto i nuovi casi giornalieri passano in un mese in Piemonte da 494 a 395 e in Liguria da 244 a 133, mentre in Italia da 4.782 a 1.965.
“ Questi dati confermano che in Piemonte e Liguria, pur all’interno di una tendenza nazionale alla diminuzione del fenomeno, la situazione dei nuovi casi Covid 19 è ancora da monitorare seriamente.
La pressione sugli ospedali è scesa significativamente (in Piemonte i pazienti in terapia intensiva sono 181 rispetto ai 359 di un mese fa e in Liguria 68 contro 181), ma guai a far scendere l’asticella dell’attenzione.
Se non vogliamo avere brutte sorprese alla riapertura, bisogna concentrare l’attenzione sui cosiddetti “focolai domestici” con tamponi e isolamenti domiciliari.
Dal territorio arrivano invece segnalazioni di disfunzioni organizzativi e ritardi nei tamponi che ogni giorno che passa diventano francamente incomprensibili e soprattutto inaccettabili pensando alle conseguenze per i pazienti e il sistema nel suo complesso”.
Lo scrive in una nota il parlamentare piemontese Federico Fornaro, capogruppo di LeU alla Camera.