Allevamento

Casei Gerola, secondo stop all'allevamento di galline ovaiole

Accolte le osservazioni dei Comuni piemontesi e dell'Arpa

Casei Gerola, secondo stop all'allevamento di galline ovaiole
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CASEI GEROLA - Riceviamo e pubblichiamo da Gianni Tagliani, sindaco di Castelnuovo Scrivia.

Casei Gerola, opposizione al progetto allevamento galline ovaiole

La Provincia di Pavia blocca per la seconda volta il progetto dell’allevamento di galline ovaiole proposto a Casei Gerola con motivazioni pesantissime arrivando a comunicare alla ditta proponente, l’Avigest, e agli Enti coinvolti, il diniego. “Considerato che la Variante urbanistica impone la verifica di assoggettabilità alla VAS – scrive il Dirigente- tenuto conto delle numerose note pervenute dagli Enti competenti in materia ambientale vengono a mancare i presupposti per il prosieguo del procedimento comunicando il diniego per improcedibilità dell’istanza” . Non ci sono quindi le condizioni primarie, quelle denunciate da almeno sei mesi: è difforme urbanisticamente e per procedura adottata. Alla ditta i canonici dieci giorni per ribattere ma è molto difficile che possa farlo.

Tutto fermo quindi grazie soprattutto alle osservazioni presentate alla Conferenza dei Servizi dai comuni piemontesi confinanti e da Arpa Piemonte nel maggio scorso. Alzano Scrivia, Castelnuovo Scrivia, Molino dei Torti e Pontecurone scrivevano alla Provincia di Pavia una lunga serie di appunti  tra i quali “ si rileva l’illegittimità della verifica di VIA e necessità di VAS stante la correlazione alla richiesta di approvazione di un progetto da autorizzare con VIA e AIA. Non è legittimo l’uso del Suap per rimuovere, al di fuori di un procedimento di VAS, elementi pianificatori e programmatici ostativi, che costituiscono il quadro di riferimento per l’approvazione del progetto, occorrendo una VAS vera e propria. Né si ricade nell’ipotesi di autorizzazioni che costituiscono variante urbanistica automatica”.

Così pure Arpa Piemonte che nella sua articolata e ben documentata relazione scriveva che  “in relazione agli aspetti procedurali si segnala che la nota di convocazione della prima Conferenza dei Servizi per la procedura di PAUR Regionale riporta nell’oggetto il seguente riferimento “variante normativa all’art. 13.5 delle NTA del piano delle regole del PGT del Comune di Casei Gerola (PV)”. Ma tale variante non risulta compresa tra i provvedimenti e le autorizzazioni da ricomprendere nel Provvedimento Unico Regionale e la documentazione tecnica valutata non fornisce indicazioni su tali aspetti. La procedura di variante al PGT, presentata ai sensi dell’art. 8del D.P.R. 160/2010 – variante semplificata SUAP – è stata attivata successivamente dal competente Comune di Casei Gerola e deve essere sottoposta a preventiva procedura di Verifica di VAS secondo i disposti del testo unico ambientale”.  Ovvero si presenta un progetto quando la Variante è ancora in corso. C’è quindi un’evidente difformità procedurale.

“Non avevamo dubbi sull’improcedibilità dell’istanza per una difformità urbanistica rilevante – dice il Sindaco di Castelnuovo Scrivia Gianni Tagliani. Evidente ai più, ma non a tutti. Per primo il proponente che continua a insistere con la norma antistorica contenuta nel piano delle regole del PGT. Ovvero quella evidenziata dall’ex consigliere di minoranza Ezio Stella che per primo sollevò l’eccezione prevista dal PGT (il piano del governo del territorio) che il Comune di Casei Gerola nella fase istruttoria non aveva ravvisato. Successivamente sul  verbale della Conferenza dei Servizi, la retromarcia “… il comune di Casei Gerola chiede alla società proponente se, come previsto dalle norme del PGT, almeno il 50% dell’alimentazione dell’allevamento viene auto prodotto all’interno della stessa Azienda…” , Quest’ultima rispose con una propria opinione: “… sottolineando che quando sostenuto dal Comune di Casei Gerola viene superato dalla norma regionale urbanistica che supera quella locale”. Evidentemente, invece, non risulta superata.  La “scoperta” del consigliere Ezio Stella fu determinante. Il 28 settembre la Provincia di Pavia comunicò l’archiviazione dell’istanza. E fu il primo stop.  Per poi riprendere il percorso due giorni prima di Natale quando il Comune di Casei Gerola decise di avviare la Variante scrivendo in delibera che “… l’intervento proposto, non risulta conforme al vigente strumento urbanistico comunale (PGT), in quanto non soddisfa le disposizioni di cui all’art. 13 comma 5 “Prescrizioni Speciali” NTA-PDR, e pertanto la sua approvazione tramite procedura di SUAP ai sensi art. 8 DPR 160/2010 e s.m.i. comporta variante al vigente PGT..”. Ciò comporterà quindi una Variante ad hoc per l’impianto proposto.

Variante subito contestata dai  comuni piemontesi  per i quali è illegittima perché il proponente, tramite la variante SUAP, propone di cambiare il piano delle regole che prevede che “Per i nuovi impianti zootecnici e per l’ampliamento di quelli esistenti, la superficie colturale dell’azienda deve assicurare almeno il 50% della base alimentare necessaria all’allevamento”, asserendo che tale modifica sia da ritenersi necessaria al fine di garantire l'approvvigionamento di mangimi tecnologicamente più avanzati che permettano una maggiore produttività dell'allevamento. Lo strumento di SUAP in variante ha però una propria tassatività e dei limiti precisi che ne circoscrivono la portata. L'art. 8 D.P.R. n. 160/2010 ha carattere eccezionale e straordinario della procedura di variante avente ad oggetto progetti relativi insediamenti produttivi, prevedendo che lo strumento urbanistico sia caratterizzato dalla mancanza di aree da destinare all'insediamento di impianti produttivi o dalla insufficienza di aree in relazione al progetto presentato. Questo tipo di variante vede quali presupposti essenziali che nel territorio comunale vi sia una indisponibilità totale di aree per quantità e/o dimensione utilizzabili per la realizzazione del progetto proposto ovvero per la realizzazione di insediamenti produttivi, ed allora il proponente chiede una modifica limitata alla particella oggetto dell’insediamento richiesto.

“La Provincia di Pavia con il proprio provvedimento – conclude il sindaco Gianni Tagliani – sulla scorta anche dei precedenti richiami contenuti tra le righe delle sue comunicazioni conferma che c’è qualcosa che non va sul piano urbanistico e sulle scelte adottate. Ringrazio tutte le Associazioni che si sono adoperate, i colleghi amministratori dei comuni piemontesi, Arpa e la Direzione Regionale Ambiente del Piemonte, i  tecnici e i nostri consulenti per il lavoro sin qui svolto. Ora è stato esaminato l’aspetto urbanistico ma sul piano ambientale il progetto presenta criticità più volte rilevate per le quali spero che venga rivalutata l’opportunità chiudendo la pratica definitivamente”.

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